mercoledì 14 febbraio 2018

Recensione: Olga di carta Jum fatto di buio di Elisabetta Gnone



Titolo: Olga di carta Jum fatto di buio
Autore: Elisabetta Gnone
Editore: Salani
Pagine: 215
Prezzo: 14,90 euro


La trama



Tutti sapevano che Olga amava raccontare bene le sue storie oppure non le raccontava affatto, e quando la giovane Papel attaccava un nuovo racconto la gente si metteva ad ascoltare...

È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale.
Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro.

Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere.

Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.

La mia recensione



Quando inizio una nuova avventura con un nuovo libro la prima cosa che faccio è quella di accarezzare la copertina, sentire sotto le dita le forme in rilievo, le parti lisce e ruvide, lucide e opache, ne osservo i colori e cerco di capire che impatto ha su di me l’immagine perché sono convinta che, anche in un libro, l’occhio vuole la sua parte, e la copertina la considero un po’ come il biglietto da visita dell’autrice...deve catturare il lettore e fargli venire voglia di aprire quel libro.
La copertina di Elisabetta Gnone è semplice, elegante  e con pochi tratti ritroviamo il riassunto di tutto il libro.

La seconda cosa che faccio prima ancora di iniziare a leggere è quella di far scorrere velocemente le pagine sotto le mie dita e di assaporarne l’odore che emanano!
Si lo so, è decisamente un po’ strano, ma adoro il profumo della carta ed è per questo che non leggo volentieri gli eBook…. dovrebbero costruire apposta per me un reader che emetta anche l’odore, ma direi che per ora è ancora fantascienza; infine sfoglio lentamente le pagine del libro per vedere il carattere, gli eventuali titoli dei capitoli e se ci sono delle immagine e qui ... TA ..DAA… che sorpresa! Il libro è ricco di immagini... sono delle silhouette quindi delle immagini nere su sfondo bianco disegnate da Linda Toigo: un tocco in più, un racconto nel racconto e vi devo dire che la mia teoria che anche l’occhio vuole la sua parte qui viene pienamente appagata!

Ora è il momento di iniziare la lettura.

Olga è una ragazzina di undici anni, vive in un freddo paesino di nome Balicò e uno dei suoi passatempi preferiti è quello di raccontare storie; tutti la stanno ad ascoltare quando lei inizia una nuova storia, rimangono affascinati, stupiti, disorientati, increduli perché lei giura sempre di aver vissuto quelle incredibili avventure!

Ancora una storia ci vuole raccontare e questa volta il protagonista è Jum, ma non è una persona: Jum è invisibile , è inudibile eppure tutti noi riusciamo a percepirlo, lui vive nel buio, ma soprattutto si nutre delle lacrime di tutti noi! Jum alimenta le nostre lacrime e la nostra tristezza perché ne ha bisogno e sa distinguere il sapore che ha una lacrima versata per la perdita di una persona cara oppure il sapore di quelle versate per un figlio lontano e  più è straziante il dolore più per lui le lacrime sono gustose.

La sensazione che ho avuto leggendo queste pagine di descrizione di Jum è stata di vera angoscia: l’autrice è riuscita a farmi rivivere dei momenti del mio passato, riportarli a galla con violenza e farmi riprovare quelle sensazioni, da lei descritte, come se Jum fosse proprio lì, in attesa delle mie nuove lacrime di cui dissetarsi. Devo confessarvi che ho avuto un attimo di smarrimento e il mio primo istinto è stato quello di chiudere il libro fino alla sera successiva.
Quando ho ripreso coraggio nella lettura, non sono più riuscita a fermarmi e proprio come gli abitanti di Balicò anche io ho iniziato ad aspettare la pagina successiva per leggere un nuovo racconto di Olga.

Olga ha incontrato Jum in un momento molto brutto della sua vita, ma grazie all'amicizia è anche riuscita a sconfiggerlo:

"Tu hai paura di me?" dissi. "Tu che mi segui e mi scavi dentro! Tu che mi spegni e mi inondi di buio! Tu che ti disseti del mio dispiacere e mi geli l'anima!"
Non mi rispose e sai perché? Perché mi sbagliavo Jum non aveva paura di me, ansimava perché era stato scoperto. Lo avevo sentito e adesso che sapevo della sua esistenza potevo combatterlo. E fu esattamente ciò che feci.

La lettura di questo libro scorre velocissima e le storia che Olga racconta sono pura avventura, immaginazione, divertimento, ma vogliono anche consolare le persone a cui lei le regala ed è proprio questo che l’autrice riesce a fare: riusciamo, noi lettori, ad immedesimarci in uno dei personaggi che Jum incontra ed attraverso il racconto di Olga un parte del nostro dolore sparisce come per magia.

E’ un libro prevalentemente per ragazzi, ma anche gli adulti potranno trovare un po’ di consolazione nelle storie di Olga!







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